Romanengo una dolce Bottega Storica
Pietro Romanengo fu Stefano. Siamo in piazza Soziglia, nel cuore del Centro Storico Genovese e se entriamo aprendo con delicatezza la porta, veniamo catapultati nel 1780. Si i tempi delle grandi Corti Imperiali, quando Francesi e Austriaci si contendevano il dominio d’Europa. Gli arredi e l’atmosfera sono quelli. Comincia così la nostra visita in una delle Botteghe Storiche genovesi più affascinanti che si possano visitare.
La storia racconta che Antonio Maria Romanengo iniziò l’attività aprendo il primo negozio di droghe e coloniali come si chiamavano all’epoca, in via della Maddalena eravamo nel 1780. poi i figli aprirono un laboratorio e un negozio nella zona di Piazza Campetto cominciando a produrre confetti, frutta candita e cioccolateria alla francese che andava molto di moda a fine ‘700.
La bottega di Piazza Soziglia viene aperta nel 1814 e nel 1829 Pietro Romanengo iscrisse la ditta alla Camera di Commercio come “Pietro Romanengo fu Stefano” che diventa il marchio tramandato per sette generazioni e arrivato fino a noi.
Entrando nella bottega storica di Soziglia come dicevamo, il tuffo indietro di due secoli è assicurato, un viaggio nel tempo, il tempo di assaggiare qualcosa di goloso e godersi gli arredi monumentali originali dell’epoca, con pavimenti in marmo e soffitti da fotografare, affrescati su seta e decorati con stucchi di pregio.
Le scaffalature di legno palissandro, gli specchi, un lavandino in marmo a forma di conchiglia e varie attrezzature originali, fanno si che qualsiasi avventore possa immaginare di essere in una di quelle cioccolaterie parigine di fine ‘700.
Tra gli ospiti registrati in antichi archivi, possiamo verificare come dalla bottega di Pietro Romanengo fu Stefano siano passati personaggi importanti, dalla Duchessa di Galliera alla Duchessa di Parma, a praticamente tutti i più alti rappresentanti della Famiglia Doria, fino a Giuseppe Verdi.
Tra le curiosità da notare c’è il marchio della bottega Pietro Romanengo fu Stefano, una colomba con ramoscello d’ulivo, di buon auspicio per l’epoca ad augurare la pace in Europa dopo le guerre napoleoniche.
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