“Arte & vino”, i temerari assaggi proustiani di Alessandro Reale
Quando nel 1913 uscì il primo volume della “Ricerca del tempo perduto” la critica fu alquanto scettica, anche se si intuiva già da allora che il romanzo del francese Marcel Proust avrebbe portato una rivoluzione non solo nella scrittura, ma nello stesso modo di intendere i sensi, le capacità cognitive dell’uomo. Il punto centrale della filosofia dell’opera è quello di cogliere collegamenti sensoriali diversi e la capacità di far emergere delle vere e proprie mappe storico–esistenziali dai nostri sensi primari: un profumo, un sapore, una melodia.
Non c’è nulla, quindi, come la storia del vino che con questo approccio, da una mera analisi degustativa enologica, diventi una grandiosa ricostruzione delle alterne vicende umane, di territori lontani e di casi del destino. Allo stesso modo, le storie e le sensazioni che un quadro può passare osservandolo, pur cambiando il senso impegnato, sono altrettanto coinvolgenti e interessanti.
Tutto questo ci porta all’originale e curato volume di Alessandro Reale “Arte & vino. Associazioni temerarie di un appassionato” (ed. Insedicesimo) che, temerariamente, appunto, lancia una sfida di accostamenti tra famosi vini e altrettante opere d’arte.
CULTURA E CHIMICA IN “ARTE & VINO”
Nelle associazioni di Reale si sente la profonda passione dello scrittore per le due materie, l’enologia e la storia dell’arte, che ci viene trasferita con garbo e scrupolo.
Informazioni e storie, chimica e geografia che dosate sapientemente portano il libro a farsi scorrere così come è facile finire troppo presto un bicchiere di quello buono.
Che rapporto esiste tra il Sauterne, magico vino ottenuto anche grazie all’imponderabilità dei casi della chimica e il surrealismo, la corrente artistica che animò e scompigliò il mondo artistico del ‘900? E cosa lega il popolare Barbera al famoso dipinto di Pelizza da Volpedo “Quarto stato”?
Si potrebbe continuare per le diverse associazioni che Reale propone, ma vale la pena piuttosto soffermarsi sul metodo: lo scrittore ci dice fra le righe che quello che più conta è amare quello che si fa e che in qualche modo anche la cultura, i contenuti, arriveranno attraverso percorsi singolari, magari, ma arriveranno.
ARTE & VINO: UNA SFIDA
Una sfida temeraria all’”eruditismo”, quell’approccio miope alla vita che fa del sapere una forma di repellente per tutto ciò che finisce di occuparsi, l’autoreferenzialità di chi guarda il dito e non la luna per professione.
In un’epoca in cui la forma digitale ci impone una comprensione coatta del mondo, unilaterale e infinitamente elementare, Reale, con il suo libro, ci spinge verso l’universale bellezza dell’arte e dei sublimi sapori del vino indicandoci la strada per comprenderli nella loro elaborata complessità.
Una fatica che è ripagata dallo stupore della prima lettura e dal piacere, a lettura terminata, di avere speso un po’ di tempo per apprendere qualcosa di prezioso.
Vi potrà capitare allora, di bere un sorso di vino e chiudere gli occhi… Sentire il clangore delle spade, cori nelle cattedrali e risate di fanciulle e ancora profumi e visioni di infiniti orizzonti, e ricorderete quel momento finchè vivrete. Quel sapore sarà legato a quel preciso giorno, a quel film, oppure, a quel quadro o alla poesia che avete amato e la vostra vita sarà leggermente migliore.