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Se dovessimo analizzare il fenomeno dei fantasmi o degli spettri come li volete chiamare, spiriti di anime defunte che ritornano labilmente in questa vita per ragioni diverse, potremmo usare una chiave psicologica, fermo restando, che siamo tutti d’accordo sulla tesi che “i fantasmi non esistono”. Sarebbero, quindi, prodotti della nostra stessa mente capace di interpretare segni, rumori e singolari circostanze come segnale di una presenza.

Lo psicologo dilettante direbbe che “il rimosso ritorna sotto forma di senso di colpa nell’immaginario dell’individuo”. Continua a leggere