Derby della Lanterna, ricordi e curiosità
Il derby, la stracittadina della Lanterna. L’abbiamo giocata in anticipo, sul filo dei ricordi e delle curiosità: dalla A alla Z.
A
come serie A. Sono 75 i derby fin qui giocati nella massima serie da Genoa e Sampdoria. In tema di vittoria sono in vantaggio i blucerchiati con 29 successi contro le 18 vittorie dei rossoblù. Numero 27 anche per i pareggi, un risultato spesso presente nei derby della paura.
B
come Bosotin Claudio. Fondatore degli Ultras Tito Cucchiaroni, tifoso storico della Sampdoria. Per una notte dormì con la coppa appena conquistata a Goteborg, per gentile concessione del presidente più amato dai tifosi doriani. Ma anche come Branco, autore del goal storico che permise la vittoria del Grifone nel derby del campionato magico delle due squadre. Quando calciava cercava la “valvolina” e non capiva perché per giocare a calcio fosse necessario correre. E per i genoani anche Boselli che , l’otto maggio 2011, segnò il gol della retrocessione doriana.
C
come Charlie e Texo, lui genoano e lei sampdoriana, che nella rubrica “A Lanterna”, scritta da Vito Elio Petrucci, non se le mandavano a dire in tema di derby tutto l’anno. Erano gli attori Andrea Salvo e Jole Gardini
D
come Damiano, il celebre tamburino blucerchiato di un’epoca in bianco e nero. Non faceva mai mancare il suo caratteristico apporto con l’immancabile tamburello. Ma anche come Di Pietro Mario, asso del Fluminense: giocò 8 partite nel Genoa e segnò 2 reti il 23 ottobre del 1955. Li segnò nel derby appena arrivato a Genova dal Brasile.
E
come Eder Citadin Martins. Spietato nei confronti del Genoa, in rete per la Sampdoria tre volte in altrettanti, differenti, derby.
F
come Fossa dei Grifoni. Per tutti conosciuta come “la Fossa”, mitica espressione del tifo rossoblù. Spesso in aperta contestazione con le dirigenze. Ma anche Fossati Renzo, “U sciu Rensu”, storico presidente rossoblù, deceduto da qualche anno, che cedette il Genoa ad Aldo Spinelli, “U sciu Aldu”. E se volete anche come Ferrero, patron doriano. Di lui si ricorda l’esultanza in campo in occasione del primo derby vinto.
G
come gradinata: Nord e Sud. Esiste solo a Genova, dalla altre parti sono curve. Ma anche palcoscenici per coreografie che hanno lasciato ammirate le curve d’Italia. Ma anche come Gasperini, tecnico inviso ai tifosi doriani che lo avevano soprannominato “Piangerini”ma che al derby era sempre un osso duro tanto che ne vinse ben tre di seguito.
H
come Heriberto Herrera. Il tecnico “movimentista”allenò la Sampdoria dal 1971 al 1973. Due derby giocati in Coppa Italia, due pareggi e altrettante eliminazioni insieme ai cugini inseriti nel medesimo girone. Derby dei poveri.
I
come Izzo Armando, difensore del Genoa. E’ stato l’ultimo degli autolesionisti in casa rossoblù ed in occasione di un derby. Ha preso il posto, negli strali dei tifosi doriani, di Pasquale Bovo, anche lui andato in rete nella propria porta sotto la Nord in occasione di un derby.
L
come Lopez. L’argentino, alla prima partita della seconda esperienza in blucerchiato, segnò il gol della vittoria nel derby del 3 febbraio 2014.
M
come Miura, la cui abbreviazione del nome in Kazu era già fonte di “menaggio” tra tifosi. Giocò 21 gare in rossoblù e Spinelli lo aveva ingaggiato per portare turisti giapponesi in Italia. Fu il primo nipponico a giocare in Europa e in Italia. Segnò un solo gol e lo mise a segno nel derby del 4 dicembre 1994 che poi si concluse 3-2 in favore della Samp. M come Mantovani che affrontava il derby con sofferenza ma con signorilità. Quando l’amatissimo Boskov disse “Se sciolgo il cane di Perdomo (centrocampista del Genoa n.d.r) gioca meglio di lui”, rischiò il licenziamento in tronco e fu salvato da Vialli e Mancini.
N
come notturna. Una volta il derby si giocava negli orari canonici. Da un po’ di anni a questa parte le gare si sono quasi sempre svolte sotto la luce dei riflettori. Ma anche neve, ricordando il derby del 9 dicembre 2010 rinviato proprio per la nevicata.
O
come Orlandini. E’ primo giocatore del Genoa ad aver segnato un gol nel derby. Lo siglò su calcio di rigore il 6 ottobre 1935 quando si affrontarono Sampierdarenese e Genoa: vinsero i rossoblù per 2-1.
P
come Preziosi, presidente del Genoa. Non tutti ricordano che, in uscita dal Como, è stato ad un passo dal diventare proprietario e presidente della Sampdoria. Poi arrivò Garrone, ma la cosa era già più che fatta.
Q
come quantità di tifosi allo stadio. E’ quella che venne stipata nel vecchio Ferraris il 28 novembre 1982. Alla fine risultarono 57.815 , ben 2.000 in più rispetto alla capienza ufficiale. Per la cronaca terminò 1-1.
R
come Roselli detto “nano”. Ma quando vedeva il Genoa diventata un gigante…Restò alla Sampdoria dal 1978 al 1982 e segnò tre reti nei derby: gol ricordati da tutti. Nel 1979 decise un derby d’andata che la Samp non vinceva da sei anni. Il 16 marzo del 1980 decise la famosa stracittadina del 3-2.
S
come Spinelli, presidente del Genoa del quarto posto. In tema di derby resta celebre la foto che lo ritrae sommerso dai rotoli di carta igienica ( in realtà erano nastri per calcolatrice) e con l’espressione esterrefatta davanti alla contestazione della Nord.
T
come tripletta. Un solo giocatore ha segnato una tripletta nel derby: è Diego Milito. L’impresa gli riuscì il 3 maggio 2009 con il Genoa che vinse 3-1.
U
come Ultras Tito Cucchiaroni. Si tratta del gruppo ultras della Sampdoria sorto all’inizio degli anni Settanta. Ha sempre raccolto la frangia più calda del tifo doriano insieme a quella dei Fedelissimi. Fondati da Claudio Bosotin, hanno avuto altri capi carismatici come Vincenzo Tirotta.
V
come Vink, centrocampista olandese . Un altro dei giocatori genoani ricordati come meteore ma autori di un goal nel derby . Arrivò in rossoblù nella stagione 1993-94 e giocò 13 partite segnando due reti: una la segnò dopo 14 minuti di gioco nella stracittadina del 10 aprile 1994. Un minuto e la Samp pareggiò i conti con una rete di Jugovic e fini 1-1.
Z
come Zecchini. Stopper di una certa levatura, ma anche personaggio un po’ hippy. Fu protagonista nel derby del 10 marzo 1977 quando, prima , segnò il gol del vantaggio doriano. Poi si dimenticò Pruzzo in occasione del gol del pareggio. Alla fine la Samp fu sconfitta 2-1 e retrocesse.