Il primo giapponese a Genova
Il primo giapponese a Genova, cose curiose. Non sono di certo la prima giapponese a giungere a Genova, visto che il legame tra il mio paese e la città ha quasi 500 anni!
Il primo visitatore nipponico giunto a Genova fu Bernardo da Kagoshima, che vi sbarcò il 28 novembre 1555.
Bernardo, di cui ignoriamo il nome nipponico e la data di nascita, era uno dei tanti giapponesi che avevano abbracciato il cristianesimo quando i primi missionari europei giunsero nell’arcipelago nel XVI secolo e, nonostante l’importanza del suo viaggio è un personaggio quasi ignorato dalla storiografia giapponese e che ho conosciuto solo qui a Genova grazie alla curiosità di mio marito Dario, appassionato di storia locale.
Del primo giapponese a Genova sappiamo solo che nel 1549 fu uno dei primi nipponici ad essere battezzato dal gesuita San Francesco Saverio, di cui divenne importante seguace e sostenitore.
Due anni dopo si imbarcò per conoscere la terra d’origine dei missionari, giungendo nel 1554 in Europa, sbarcando dapprima a Lisbona.
Nello stesso anno raggiunse Roma dove incontrò addirittura il Papa, curioso di conoscere un fedele giunto da un così lontano paese.
Lasciata Roma, nell’ottobre del 1555 Bernardo intraprese il viaggio di ritorno verso il Portogallo e dopo alcune tappe intermedie giunse finalmente a Genova!
Ospite dei gesuiti, Bernardo restò nel capoluogo ligure per circa un mese, venendo ricordato dalle cronache genovesi per un suo furioso litigio con un giovane gesuita.
Il motivo che lo vide litigare con il confratello, tale Francesco Alessandro, è che questi parlava correttamente l’ebraico e Bernardo non comprendeva il motivo del voler studiare e parlare la lingua di quelli che aveva imparato a conoscere come “deicidi”! Solo l’intervento di un suo superiore riportò Bernardo alla calma, convincendolo della fede di Francesco e della liceità di tali studi.
Nonostante si fosse convertito al cristianesimo, in lui possiamo vedere quello spirito che caratterizzava gli uomini giapponesi dell’epoca, come i samurai, che vivevano e lottavano anche fino alla morte per quello che ritenevano onorevole e giusto.
Bernardo lasciò Genova il 21 dicembre per tornare in Portogallo, morendo poi a Lisbona solo due anni dopo, stremato probabilmente dai tanti faticosi viaggi che in appena sei anni dalla partenza dal natio Giappone aveva dovuto affrontare. Peccato che non potè tornare a raccontare le meraviglie viste in Europa ai suoi connazionali, venendo così un po’ dimenticato in patria.
Ma dell’opera di evangelizzazione in Giappone di San Francesco Saverio a Genova rimangono tracce ben più visibili del breve passaggio di Bernardo!
C’è un angolo giapponese in una delle più famose chiese genovesi, ve ne siete mai accorti?
Si tratta della chiesa del Gesù e dei Santi Ambrogio e Andrea, in piazza Matteotti, dove potrete vedere in fondo alla navata sinistra nella cappella del Santissimo Sacramento, guardando in alto, negli affreschi di Domenico Fiasella il santo convertire la principessa del Bungo, antica provincia corrispondente all’attuale prefettura giapponese di Ōita nella regione meridionale di Kyūshū!
La cosa molto divertente per me e i miei connazionali è vedere questi antichi giapponesi dall’aspetto per noi così strano! Non sembra per niente una scena ambientata in Giappone!
Ovviamente il pittore non aveva mai avuto l’occasione di andare in Giappone!
Dovete sapere che Francesco Saverio è il santo più famoso e studiato in Giappone, sin dalle elementari, parte integrante della cultura nipponica!
Negli anni seguenti alla visita di Bernardo il primo giapponese a Genova giunsero a altri. Erano tutti personaggi interessanti e coraggiosi: se vi farà piacere, ve ne racconterò in futuro!
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