Museo del Tesoro a Genova
Il museo del tesoro a Genova, si trova all’interno della Cattedrale di San Lorenzo. Si passa attraverso un percorso guidato e si arriva davanti ad una porticina che vi farà entrare nella storia. Spesso ignorato dai visitatori della Cattedrale e molte volte nemmeno conosciuto dai genovesi, questo museo è un gioiello, ecco perché vogliamo raccontarvelo in breve.
Vi daremo solo alcune informazioni ma non per avarizia, solo perché riteniamo che sia da visitare personalmente.
Il museo del tesoro è nato nel 1956 su progetto dell’architetto Franco Albini, collocato a tre metri circa sotto il cortile dell’Arcivescovado. Lo spazio è composto da quattro sale circolari di diametro differente (tholos), da un vano d’ingresso e da un altro vano centrale di raccordo.
Albini ha voluto rievocare spazi arcaici, quali le catacombe, le tombe etrusche, micenee, le chiese romaniche, concependo lo spazio in funzione delle opere: pezzi d’oreficeria, d’arte sacra d’eccezionale valore artistico, storico e devozionale.
Siamo di fronte ad una novità assoluta sia in campo architettonico sia per quanto riguarda l’esposizione museale: negli anni ’50 e ’60 nacque un nuovo criterio espositivo, indirizzato alla valorizzazione delle opere d’arte, finalizzato ad un rapporto diretto con i fruitori.
Le opere erano, in origine, conservate in sacrestia; il primo nucleo, costituito tra XII e XIII secolo, caratterizzato, in prevalenza, da bottini di guerra, venne arricchito, nei secoli, da donazioni. Ciò che ci pervenuto è solo una parte del grande tesoro originario.
Molte opere vengono attualmente utilizzate in varie occasioni liturgiche: calici, ostensori, paliotti e le arche processionali che escono per le vie cittadine.
Il museo è composto da 4 sale contenenti innumerevoli tesori storici. Se volete fare un tuffo nel passato e viaggiare nel tempo le 4 sale vi regaleranno esattamente la sensazione di entrare in altri secoli.
Non vogliamo svelarvi troppo a parte la cosa più conosciuta di cui avevamo già parlato, raccontandone alcune storie in questo articolo.
Emblema del museo, il Sacro Catino è un’ opera d’incerta datazione, ritenuto per tradizione il Santo Graal, ovvero il piatto usato per consumare l’agnello pasquale durante l’Ultima Cena.
Considerato per secoli di smeraldo, si tratta invece di vetro verde soffiato in uno stampo, di forma esagonale, dotato di due manici laterali.
Secondo la maggior parte delle fonti il Catino è stato portato a Genova da Guglielmo Embriaco in seguito alla conquista di Cesarea nel 1101. Fu Jacopo da Varagine, arcivescovo di Genova nel XIII secolo e autore della Leggenda Aurea, che per primo gli attribuì una valenza religiosa, proponendo un parallelo fra il Catino e il Santo Graal, usato da Nicodemo per raccogliere il sangue di Cristo nel momento della morte. Nei secoli il Sacro Catino acquistò sempre più valore ed un alone di mistero lo avvolse, infatti non era possibile vederlo da vicino, prerogativa esclusiva di personaggi illustri. Tra questi ultimi vi fu Francesco Petrarca. Nel 1319 venne dato in pegno per far fronte alle necessità economiche del Governo genovese. Agli inizi del XIX secolo Napoleone lo portò a Parigi, dove venne scoperta la natura vitrea. Probabilmente si ruppe durante il viaggio di ritorno da Torino a Genova.
Inutile dire che vi sono altre storie importanti legate al museo del tesoro che scoprirete visitandolo. Si perché solo entrando per godervi una visita, potrete provare sensazioni uniche e scoprire cose curiose tra storia, leggende e realtà.
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